lunedì 14 settembre 2009

breve rassegna storico-culturale del Paraguay


L'identificarsi paraguaiano risulta , in lingua guarani (idioma ufficiale della Repubblica del Paraguay ) il sentirsi fortemente parte di un nandeva cioè di un noi collettivo,"noi insieme", che è in contrasto con oreva cioe' un "noi che esclude". Si pensa che la popolazione sia costituita solo da indigeni per il fatto che gran parte del popolo parli l'idioma guarani invece è necessario precisare che, anche se la maggior parte dei paraguaiani parla la lingua indigena, la stessa non e' considerata idioma degli indios guarani , bensi' lingua campesina. Infatti la dimensione simbolica, che storicamente ha avuto importanza nell'affermazione di una identità nazionale, è l'identificarsi come "campesinos". Pertanto è frequente l 'ascoltare alti funzionari di stato valorizzare, con insistenza, la proprio condizione o la propria eredità campesina.Questa consuetudine sociale è la manifestazione inequivocabile, di una fortissima identità nazionale; l'essere biondo con carnagione chiara e il non parlare guarani identificano persone non parte di quel nandeva cioè di quel noi includente. L'americano Julian Stewart nel 1954, infatti, affermava che la cultura degli
agricoltori “campesinos” non è il guarani; infatti la cultura rivela solo un''influenza superficiale della lingua “guarani”; anche i coniugi americani Service nel 1954, hanno sostenuto la stessa
tesi: cioè che la cultura dei paraguaiani (principalmente dei “campesinos”, in
particolare della zona centrale del paese) è una cultura interamente ispanica, nonostante
l'uso della lingua guarani. Già dall'anno 2000 è iniziato un veloce processo di ibridazione culturale, dove già non esistono frontiere, dove i limiti di questo “ñandeva” e “oreva” sono sempre più difficili da identificare. Infatti, non esistono più identità chiuse e frontiere culturali definite.
assistiamo difatti ad una forma velocizzata di “meticciato culturale.

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