domenica 13 settembre 2009

la mia esperienza in Paraguay(riflessioni finali)

E' difficile modificare il credo popolare tramandato e confermato da varie esperienze familiari e comunitarie.

Ciò che il paziente riporta come "conoscenza della sua malattia" risulta essere un insieme di esperienze di una intera comunità. Pertanto ho raccolto semplicemente ogni descrizione di ciò che viene definito come patologico senza mettere in discussione nulla.

Dopo questa prima fase, dove ho conosciuto il contesto culturale, il malato come persona di quella comunità ed infine sono riuscita a far accettare la mia presenza, sono passata alla fase successiva dove ho provato ad intervenire, utilizzando come strumento la narrazione. Accanto alle loro storie di malattie e cure, ho inserito racconti di persone da me create, che avevano trovato giovamento (per esempio, modificando quell’alimento nella dieta) oppure cominciando ad osservare i segni del loro corpo (sudorazione immotivata, mani bluastre, tachicardia improvvisa) oppure che avevano assunto un farmaco per dieci anni…. Ed avevano trovato giovamento. In seguito, quando i pazienti ritornavano incuriositi ed interessati nel provare una strada alternativa, ho formato dei piccoli gruppi di pazienti (affetti dalla stessa malattia) che – attraverso riunioni settimanali – confrontavano le loro esperienze. Per esempio, riguardo al diabete, rapidamente hanno associato la scomparsa di crisi iperglicemiche alla riduzione dello zucchero semplice.
Utile è stato lavorare in gruppo perché è molto sentito il valore comunitario e la narrazione ha raggiunto l’obiettivo di presentare qualcosa di nuovo in forma delicata (e perciò accettabile).

E’ STATA UNA ESPERIENZA POSITIVA, PERCHE’ HO SPERIMENTATO COSA SIA UNA RELAZIONE EDUCATIVA E QUANTO PIU’ DIFFICILE SIA INSTAURARLA CON PERSONE DI MONDI DIFFERENTI….

L’antropologia culturale mi ha fornito delle valide chiavi di lettura, la pedagogia mi ha aiutato ad avvicinarmi a piccoli passi e le conoscenze mediche sono state il contenuto che ho cercato di introdurre attraverso un lavoro con le persone, parti di quel mondo culturale.

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