lunedì 14 settembre 2009

un paziente di nome Andres.....................

PARTE PRIMA Il signor Andres, vedovo di 53 anni, proveniente da Caaguazù (una cittadina vicina al centro), proprietario di un “almacèn” (dispensa), viene accompagnato dal figlio presso il“Centro di salute”.Visitato dal medico, egli presenta chiari sintomi e segni di crisi ipoglicemica. Pertanto,viene ricoverato alcuni giorni per essere sottoposto a terapia adeguata, per il ripristino nella norma dei valori glicemici. Il medico nel dimetterlo, oltre alla prescrizione farmacologica, gli comunica di aver riscontrato un diabete di tipo “II°”, consegnandogli un foglio illustrativo che spiega - in castellano - attraverso immagini a fumetto, cosa sia la malattia: quali ne siano le sue cause, come il paziente dovrà curarsi, come identificare un'ulteriore crisi. Il paziente, parlando di sé, mi racconta innanzitutto la sua età, sottolineando il fatto di essere vecchio e quindi come sia normale ammalarsi. Pertanto, identifica come causa della sua malattia, l'età. Mi dice che suo padre, già a 40 anni, aveva dolori alla schiena, non urinava bene: era già vecchio, insomma. Che suo fratello, di 60 anni, è cieco e sua sorella, che ha 44 anni e madre di 12 figli, è “agotada” (senza più forza).La causa di tutti questi mali, secondo il suo parere, è la vecchiaia. Pertanto, alla vista del foglietto illustrativo, lo legge, ma non ne capisce i contenuti. Così, insieme, iniziamo ad analizzare ogni punto del prospetto informativo: cosa sia il diabete, e che cosa - soprattutto– rappresenta per Andres il diabete. La malattia è caratterizzata dall'incapacità del pancreas di produrre insulina, che causa quindi un'alta presenza di glucosio nel sangue, che non viene assorbito. Di conseguenza, organi come occhi, arti, reni, potrebbero soffrirne, provocando manifestazioni come: cecità, mutilazioni per cangrena o problemi renali gravi. Il paziente pare non intendere bene tale cosa; inoltre, introducendo anche il concetto di dieta (cioè riduzione e controllo di certi alimenti), il problema si allarga. Mi domanda: “Se la malattia è il diabete,quale è la cura intesa come “remedio”? Come può tornare a funzionare il pancreas? Perchè, se ammalato, sicuramente il dottore, saprà guarirmi. Verrò più spesso ed il dottore mi dirà se sono guarito”.Infatti, Andres intende la cura come semplice utilizzo di un medicamento; considera il medico come soggetto attivo al ripristino della propria salute; mentre il paziente viene definito come dipendente, ignorante, impossibilitato ad una partecipazione attiva. Non esiste nel suo mondo rappresentativo il concetto di “autocura”, praticata attraverso il controllo del cibo, la conoscenza del proprio corpo e l'individuazione dei sintomi riferibili alla malattia. Egli pretende che sia il medico a definirlo “malato” o “guarito”, perchè lui non sente nulla nel suo corpo. Pertanto non riesce ad identificare la manifestazione della malattia, e dice: “Il dottore dice che sono ammalato da tempo, ma io mai ho sentito la malattia, problemi, dolori o stanchezza... Solo in quel giorno, quando mi sono accasciato, sentendomi confuso e non riuscendo più a vedere bene”.Un altro problema sorge dal fatto che non viene accettato il concetto che il cibo possa essere causa di malattia: “Il mio modo di alimentarmi è questo, e sempre sono statobene: il grasso del maiale, lo zucchero, il fritto, sono “alimentos” cioè producono forza per lavorare e per tutti è sempre stato così; non ho mai visto che lo zucchero abbia creato problemi a nessuno! Neppure mio padre mi hai raccontato nulla del genere! Mangiar carne di yacarè o yaguaretè, può essere! Ma lo zucchero?!”.Causa la sua incapacità di comprendere, lascia il centro arrabbiato, dicendo: “Sapete trattarmi solo da indio, perchè non capisco, ma io capisco bene e vi dico che non è così!”.

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